Sono sdraiata sul letto. Sto sudando, ma il mio corpo è attraversato da brividi gelidi. Un lieve movimento di gambe, e riesco a percepire un immenso calore tra le cosce. Il fervore intriso di umido desiderio. Che pulsa e si apre nella trepida attesa del Suo ingresso. Penso che stavolta devo contenere l’esplosione dell’eccitamento. Devo controllare lo sfacciato desiderio di essere Sua. Stavolta devo arrendermi all’impulso di respingere la Sua penetrazione tanto vigorosa e inevitabile. “Sono qui per Lui” mi ripeto. E più queste parole risuonano nella mia testa più sento l’ardore aprirsi e chiudersi tra le mie gambe come a chiamarlo…
Ho le braccia distese oltre il capo, e i polsi sono stretti tra loro. Le gambe sono raccolte e ben divaricate. Più passa il tempo più mi sembra di riuscire ad allargarle e mostrargli così che essere lì in quel momento è la sola cosa che desidero. “Sono qui per Lui”, mi ripeto nuovamente. E mi sento così fiera ed eccitata nella consapevolezza che è realmente così. So che sto aspettando Lui. Sono qui, pronta ad accoglierlo, pronta ad offrirmi. Non so quando lo sentirò arrivare, ma so bene cosa voglio dare ai Suoi occhi: una femmina calda, dilatata nel cervello e nella fica dal bisogno di rendersi il Suo oggetto utile, che lo attende in silenzio tra le lenzuola. Le caviglie sono strette alle cosce. E l’attesa costringe il collo nel guinzaglio che tiene tra le mani da tempo; e si fa sempre più corto, e chiuso, nella voglia che sale e che mi rende ancora più lucida e ancora più Sua.
Mi chiede dove ho messo il plug che ho portato. Io penso “nella borsa”, ma mi accorgo di non avere un filo di voce. Sento che lo ha già trovato. I Suoi passi. Non è ancora sul letto, e già riesco a sentire la Sua consistenza che si è diffusa in tutta la stanza, impadronendosene.
Mi dice “brava la mia troia”. Mi sento terribilmente scivolosa e scorrevole. Le Sue dita passano il gel lubrificante sull’ingresso del secondo canale. “Devi restare composta!” mi dico con tono autoritario.
Mi chiedo se mi senta fremere sotto il Suo tocco. Se mi veda rimpicciolire sotto il Suo sguardo.
Sento il plug entrare in un solo colpo. Trattengo il fiato: non sono ammessi sussulti stavolta!
Si spinge a fondo, in quella consistenza gommosa. Apro gli occhi, che forse per istinto avevo chiuso. Lui è lì, a qualche centimetro da me. Così grande, così bello… Sento il Suo odore e so quale sapore avrò una volta uscita da casa Sua. E’ in ginocchio sopra di me. Chiudo gli occhi e il Suo Membro si introduce nella mia bocca in un impeto vigoroso. L’avidità di quel bisogno tanto atteso guida la mia mandibola in un movimento flessuoso, elastico. Vorrei goderlo in tutta la Sua grandezza. Scorrerlo dall’alto al basso con gusto. Ma Lui è sopra di me e si preme sul mio volto. Alterna dei momenti di assoluta immobilità a dei colpi decisi. Cerco di muovermi in direzione di una capienza maggiore. Ma Lui controlla il Suo piacere e ogni mio movimento.
Così per una decina di minuti. Penso che soffocherò, ma poi penso che anche lì, troverò nuovamente aria e forza per non fermarlo.
Si toglie. Lo guardo. Nel Suo volto c’è solo voglia, impeto, istinto, godimento. “Io voglio tutto! Tutto quello che sta provando ora lo voglio dentro di me!” mi dico con tono agitato.
Il plug è già sul comodino, le Sue mani pesano sulle mie gambe in un appoggio deciso, e mi sento aprire dalla Sua forza che mi affonda interamente dietro fino a colmarmi... Forse vorrei attenuare la Sua penetrazione irruente, ma Lui è già dentro e sferra il primo affondo e quello successivo e ancora uno…
La mia carne arde di piacere anche nella lieve sofferenza di quel Suo istinto che mi forza ripetutamente.
Ad ogni colpo mi sento vibrare e violare e plasmare. Mi dico “sbattimi, forzami, prenditi tutto quello che c’è da prendere, non lasciare più niente!” e ancora e ancora e ancora…E vorrei solo rompermi tra le Sue mani. Vorrei dividermi, sbriciolarmi. Perché io sono tutto ciò che vuole in quel momento. Io sono quanto desidera dal più profondo di sé. Io sono il Suo desiderio ora. E vorrei vivere solo nel Suo piacere che adesso mi ha già afferrata per i capelli mentre veloce la Sua mano lo conduce all’orgasmo che mi inonda di denso calore che cola dal viso ai seni. Il Suo piacere riga bruciante il mio volto mentre scorre fino alle labbra, e riesco ad assaporarne il gusto zuccherino e dolciastro…
…
I polsi e le caviglie sono nuovamente liberi. Non ho nessun guinzaglio al collo. Capisco che non c’era altro che la voglia di ubbidirgli a legarmi stretta a Lui. Senza opposizioni, senza incertezze.
Sono a terra, in ginocchio, le braccia lungo i fianchi. L’odore del Suo seme è così intenso nelle mie narici. Sono esausta. Vorrei cedere al pavimento, che ora non mi pare più una superficie tanto ostile, ma un’allettante culla dove riposare. Alzo lo sguardo. Lo guardo fisso negli occhi. Ora lo so: sono pronta a ricominciare fino a quando si sarà saziato.
E non ha importanza se verrà a nutrirsi ancora dal mio piatto. Se ora placherà il Suo bisogno servendosi di un’altra bocca, un altro buco, un’altra fica umida, in trepidante attesa nella stanza accanto. Io sono stata Sua nel momento del bisogno, e adesso sono pronta a partecipare nuovamente al Suo piacere…
daniela di JT