A quattro zampe sul pavimento. Spalle e volto adagiati a terra e braccia lungo i fianchi. Riassunta nella mia fica, davanti ai Suoi occhi che mi osservano dalla scrivania dove è seduto, dietro di me.
C’è silenzio. Sento il battito del mio cuore. Lui lavora al computer. Lo sento scorrere dei fogli, poi più niente. Forse si è fermato, forse mi sta guardando. Il battito è sempre più forte.
Vorrei girarmi, vedere cosa fa. Vorrei essere lì, al Suo posto, su quella poltrona e guardarmi. Vorrei sapere cosa si prova guardando la propria femmina che in silenzio offre conforto all’animo.
Ma sono a terra. Mi sembra un’eternità. Le ginocchia cominciano ad avvertire il peso delle gambe mentre premono sul pavimento. Sento che vorrei cedere, lasciare andare il mio corpo in posizioni più rilassate, ma non riesco, non voglio. E rimango lì: con i muscoli tesi e la mandibola indolenzita da quelle mattonelle su cui posa, ma con il sedere ben svettante, proprio come vuole Lui.
Sento che si alza. Sento i passi: si sta avvicinando. Mi pare di non avvertire più alcun fastidio per via di quella posizione e del pavimento in cotto. Una mano mi sfiora da dietro. Scivola tra le natiche. La sento allargare i miei orifizi. Come un Mercante che scruta la merce, che la valuta. Poi una pacca sul sedere, come a dire: “questa è buona!”. E il mio cuore batte sempre più forte: so di essere tra la merce buona, so che Lui mi userà…
Si allontana: è tornato a sedersi. Il battito rallenta. Penso al lavoro che sta facendo mentre lo sento scrivere al computer. Penso se in qualche modo gli sarò di conforto, di sollievo; se l’avermi lì, mentre trasudo l’essenza di femmina pronta all’uso, può rendere ciò che sta facendo meno pesante. E lo spero, lo voglio!
Penso a tanti corpi femminili, nudi, riassunti sul pavimento di casa Sua, uno a fianco all’altro. Penso al piacere di sentirsi Maschio, al bisogno, alla voglia... Quella voglia che non distingue odori diversi, ma che dona a tutte le femmine la stessa fragranza…
Poi lo sento: è la Sua voce. Mi dice di avvicinarmi. Mi appoggio sulle braccia, e mi chiedo per quanto sono rimasta a terra: sono intorpidite… Mi giro, lo guardo, e mi avvicino a quattro zampe; come un cagnolino che corre a farsi fare le coccole dal Padrone.
Sono lì, ai Suoi piedi, trepidante. Le Sue mani sulla testa mi premono, mi spingono verso il Sesso che mi cerca, che mi vuole. Mi afferrano e mi dirigono nel primo colpo, e nel secondo, e nel terzo… Sono i colpi del piacere, che si ripetono affondandosi in bocca ora più intensi di prima. Poi una pausa, e ho il tempo di assaporare, di fondermi con il mio Padrone, con il Suo piacere Maschio. D’un tratto riprendono, veloci e densi e saldi e consistenti... E mi apro e mi chiudo e mi arrendo e mi adeguo, alla Sua forma, per sentirmi solamente l’alcova ancora più ampia e più capace che merita…
daniela di JT