LE DÉPART
   
 
  Assistente

Finalmente sono da Lui. Piove e sono già le tredici passate quando suono alla Sua porta. E’ più di un mese che non ci vediamo e con le vacanze estive nel mezzo forse anche due. Sono agitata perché so di averlo spazientito in almeno un paio di occasioni durante questo periodo di lontananza…

Entro. Come arriva dal soggiorno mi dice che sono splendida e che mi trova in ottima forma - penso che è di buonumore -.

Mi dice di spogliarmi dalla vita in giù. Si siede sul divano e mi fa mettere in ginocchio davanti a Lui.

Mentre mi parla mi dice di succhiarglielo. Preme sulla mia testa con forza tanto che a tratti mi sembra di soffocare e con un rigurgito cerco lo spazio per respirare. Ogni volta che mi chiede “hai capito?” mi afferra per i capelli e mi alza la testa perché Lo guardi negli occhi per poi affondarmi nuovamente il Membro in bocca ad ogni risposta affermativa. Poi mi scosta. Mi dice di mostrargli bene la fica. Sono seduta sul pavimento davanti a Lui con le gambe spalancate più che posso. Mi guarda, in silenzio. Mi dice di voltarmi a quattro zampe e mostrargli bene il culo. Con gomiti a terra, cerco di far svettare più che posso il sedere per scodinzolare come una cagnolina in calore.

Si avvicina e mi dice “vieni, su”. Il Suo Membro è così duro e violaceo in questo momento. Lo scorro con la lingua fino ai testicoli, per poi risalire e perdermi nella Sua grandezza in movimenti liberi mentre le Sue mani afferrano i miei capelli senza premere.

Andiamo in camera. Mi usa per svariato tempo nel secondo canale sfondandolo con colpi decisi e più penetrazioni. Lo usa in tutte le posizioni senza mai smettere di sferrare colpi vigorosi come se volesse rompermelo o arrivarmi fino al cervello…

Ogni tanto fa delle osservazioni sul mio comportamento inadeguato e noioso di questo ultimo periodo chiedendomi ad ogni appunto che mi muove: “non è vero?”. Riesco a dire solo un “” misto tra dolore e piacere. Sembra quasi che sorrida, ogni volta. Lo sappiamo tutti e due che con il Membro del Padrone in culo le cose si capiscono meglio…

Siamo sdraiati a letto. Uno a fianco all’altra. Annuso il Suo odore. Mi piace.

Posso avvertire un dolore acuto al sedere quando mi muovo appena. Anche questo mi piace.

Lui mi dice: “potrebbe esserci anche una sorpresa per te oggi”. Lì per lì non capisco. Poi dice: “ho sentito F. ieri sera e le ho chiesto di venire qui oggi. Aveva alcuni impegni, ma in caso contrario mi avrebbe già fatto sapere a quest’ora”.

Non posso crederci: finalmente conoscerò F.!

E’ stato il modo più bello per saperlo. L’agitazione della gioia per quest’incontro comincia a salire ad ogni Sua raccomandazione.

Mentre Gli succhio il Membro mostrandogli anche la fica (che è una delle posizioni più atroci e sconsigliata a chi ha problemi di cervicale) penso solo di godermelo il più possibile finché è solo per me.

Sono quasi le sedici ed F. è arrivata in stazione. Prima di uscire per andare a prenderla, Lui mi dice di vestirmi e di sistemare un po’ casa Sua. Esce.

Riordino il divano, il letto, il tavolino del soggiorno. Raccolgo tovaglioli, stracci e sacchetti vari sparsi qua e là. Sistemo il bagno. Sistemo il mio trucco. Sciolgo i capelli. Raccolgo i capelli. Sono agitata.

Mi siedo sul divano. Aspetto.

Sento la Sua voce per le scale. Sono qui. Lei entra in soggiorno mentre sta ancora parlando con Lui che sta chiudendo la porta. E’ biondina, occhi chiari, non tanto alta e nell’insieme molto carina. Ha un trucco molto deciso ed è ancora piuttosto abbronzata. E’ vestita in modo semplice e senza tacchi. Dice che è tutto il giorno che è fuori casa.

Posa una borsa azzurra sul pavimento. Mi alzo dal divano. Ci salutiamo con due baci sulla guancia. Piacere daniela, piacere F. Le solite cose. Poi lei si siede accanto a me. Siamo un po’ imbarazzate ma credo entrambe contente: sorridiamo sempre!

Lei va a fare pipì. Lui è lì davanti a me e mi guarda. Così Gli dico compiaciuta che è carina e davvero molto dolce. Lei esce dal bagno. Parliamo un po’. Lui ed F. sono seduti sul divano mentre io sono accoccolata ai Suoi piedi, per terra.

Ad un certo punto Lui mi dice di andare di là, per lasciarli soli. Così vado in bagno, approfittandone per darmi un’ulteriore sistemata. Sciolgo i capelli. Raccolgo i capelli. Piego bene gli asciugami e ordino gli oggetti vicino al lavabo. Sento che parlano ma proprio non riesco a capire cosa dicono. Così aspetto. Mi chiedo se vada tutto bene, lei era molto titubante rispetto a quest’incontro…

Poi Lui mi chiama. Esco. Mi dice di andare in camera e spogliarmi dalla vita in giù. Capisco che allora va tutto bene anche se mi affido esclusivamente alle Sue richieste senza sapere altro.

Torno in soggiorno ed F. è inginocchiata davanti a Lui. Sotto è vestita, sopra ha solo il reggiseno che Lui le ha abbassato per vedere il seno. Lui mi dice di inginocchiarmi a fianco a lei. Le dice di succhiargli il Membro.

Io accarezzo la Sua gamba ma non riesco a togliere gli occhi dalla bocca di F. che risale l’asta del Padrone.

Ogni tanto Lo guardo. Ma tolgo subito lo sguardo. Lei ha davvero due belle tette grandi, anche se non riesco a fare altro che guardare come si adopera per Lui.

Poi Lui la scosta e comincio a succhiarglielo io. Facciamo a turni tre/quattro volte. Poi le nostre bocche scorrono su e giù sul Suo Membro, insieme. Le nostre lingue a volte si incrociano mentre risaliamo dai testicoli alla cappella e le nostre salive si fondono in un piacere solo.

Poi andiamo in camera.

Siamo tutte e due sedute sul letto.

Lui la prende per i capelli e la preme contro di sé. Le affonda il Membro in bocca con colpi decisi bloccandola di tanto in tanto quando è interamente dentro. Mentre lei Glielo succhia Lui mi dice di inginocchiarmi e leccargli i testicoli. Ancora una volta le nostre bocche e le nostre salive diventano una sola e bellissima oasi del piacere mentre le Sue mani premono con forza sui nostri capi.

Ci scosta entrambe. Lui le slaccia il reggiseno. I seni di F. ondeggiano per qualche secondo e si mostrano in tutta la loro bellezza di “tette ventenni”… Sono piene, floride e hanno una forma così armoniosa. Il fisico esile ma florido di F. si sposa così bene con le sue dolcezza e intraprendenza…

Lui si volta verso di me e dice rivolgendosi ad F.: “ora facciamo un po’ invidia a daniela che ha di che essere invidiosa”, mentre con la Sua saliva le inumidisce i seni.

Poi afferra F. per i capezzoli e li strizza stringendo i seni al Suo Membro che è così duro e grosso e gonfio  mentre si muove tra quelle carni pallide. Lei ogni tanto allunga la lingua sulla Sua cappella mentre Lui sembra tirare sempre di più i suoi capezzoli.

Io sono lì, a fianco, guardo l’immagine di un piacere che per una natura meno generosa non potrò mai offrirgli. E mi sento incredibilmente e inaspettatamente bene. “Bene” che possa assistere e vedere quel piacere che Lui può comunque avere ed è la sola cosa che mi interessa e che mi dà piacere e mi eccita.

Poi le dice di inginocchiarsi davanti a Lui. Le viene sui seni e in bocca mentre lei con la lingua cerca di raccogliere il Suo seme che cola. In questo momento provo invidia. Voglio quel seme più di chiunque altro e più di lei, ma non spetta a me… Voglio anche pulirli, tutti e due, lei sui seni e Lui lungo il Membro. Invece Lui mi dice di andare a prendere lo scottex in cucina. Così mi alzo e corro in cucina talmente contenta di poterlo assistere in qualche modo che mi dimentico dell’invida che provavo poco prima.

Torno in camera. Lui allunga la mano come per prendere il rotolo di carta assorbente. Io lo tengo stretto a me e strappo un foglio che porgo a Lui, uno che porgo a lei, per poi riporre il rotolo sul comodino. Come una brava assistente.

Mi dispiace di non averli potuti pulire, con la lingua o con la carta, perché è il compito autentico che mi sento in questo momento. Ma sono felice.

Lui va in bagno a sistemarsi. Noi due restiamo in camera, sedute sul letto. Le tocco un seno ancora prima di chiederle se posso farlo. Lei risponde “” comunque…

Vorrei tastarlo per bene, per sapere cosa si prova, ma non sono certa di come F. possa reagire, per cui mi limito ad una goffa tastatina da quindicenne imbranata…

Parliamo una decina di minuti. Dei sui studi all’università, del mio lavoro, dei suoi vent’anni e dei miei trenta. Scopriamo anche di essere dello stesso segno zodiacale, che non vuol dire molto, ma insomma, per parlare…

Poi Lui guarda l’orologio, è ora di andare per tutte e due. Sono le diciassette passate, rimane giusto il tempo di vestirsi e arrivare in stazione, io Rifredi, ormai vista l’ora tarda solo con un taxi, lei S. M. Novella, accompagnata da Lui fino in Duomo, per non perdersi...

Così ci vestiamo. Scendiamo le scale.

Mentre usciamo dalla porta dell’atrio entra un gruppo di quattro o cinque ragazze, studentesse universitarie inglesi o americane che vivono nel palazzo. Io le guardo, poi guardo Lui. Stiamo pensando la stessa cosa; ma purtroppo le femmine non puoi averle con una botta in testa, devi convincerle, corteggiarle, farle sentire uniche… Tre ragioni che il più delle volte sono sufficienti a far perdere a queste femmine una vera occasione…

Lui mi bacia. Io e lei ci salutiamo. Vado. Mentre cammino, prima di girare l’angolo, mi volto. Li vedo camminare insieme. Lui è davanti, lei qualche passo dietro. Sorrido. Penso che nemmeno io so stare al Suo passo, resto sempre dietro…

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