LE DÉPART
   
 
  Ad ogni costo

Oggi mi ha parlato a lungo. In soggiorno, seduto sul divano e io in ginocchio davanti a Lui. Il mio sguardo fisso nel Suo, mentre fa il punto sul mio comportamento nelle ultime settimane.

La Sua mano sostiene il mio mento, in modo da non perdere mai i Suoi occhi che mi fissano, e forse mi giudicano e forse mi desiderano... Spesso si interrompe e chiede: “hai capito?”. Io con voce sottile rispondo: “si, ho capito” e spesso aggiungo “scusa”. Allora Lui, ancora vestito, scosta parte della camicia e dei pantaloni. Preme le Sue mani sul mio capo. Le Sue dita afferrano i miei capelli. Con un movimento deciso sono già parte di Lui. Le mie labbra scivolano lungo il Suo Membro turgido e rigonfio. La mia bocca lo avvolge completamente e sento di non esistere al di fuori di Lui mentre con le mani mi immobilizza per un tempo interminabile. Ho il Suo Membro in bocca. Fino in fondo. Il mio naso appoggia sulla Sua camicia bianca, che profuma di pulito. Cerco di resistere perché sento che la saliva mi rende difficoltoso il respiro. Nel tentativo di deglutirla ho una sorta di conato e sono costretta a riemergere…

Allora prendo fiato e mi chino nuovamente, ma Lui mi ferma. Riprende a parlare. Tutto questo si ripete per molto tempo.

Sono qui da più di un’ora. Non ho fatto altro che ascoltarlo e succhiare il Suo Membro.

Mi alzo in piedi. Lui mi toglie la gonna e le mutandine. Mi dice di mettermi a quattro zampe sul pavimento. Seguita con molto controllo a manifestare il Suo disappunto per il mio comportamento, in queste settimane eccessivamente volubile e distratto. Non ho fatto altro che chiamarlo in causa anche quando non era affatto necessario, costringendolo in continue telefonate o riprese.

Sul pavimento penso che sarebbe bastato così poco per lasciarlo tranquillo come è giusto. Penso che in fondo non avevo tutto questo bisogno della Sua concreta presenza. Penso che sono stata una sciocca.

La Sua mano sferra un colpo deciso sulle mie natiche. Ho un sussulto, ma cerco di rimanere ferma. Poi ne arriva un secondo, sempre nello stesso punto. E un terzo, e un altro ancora… Li conto fino a dieci. Poi sento solo il dispiacere per non avergli ubbidito. L’inutilità del capriccio che lo spinge a questo gesto che per Lui è tutt’altro che una forma di piacere. Vorrei stringermi alle Sue caviglie e promettergli che non accadrà mai più e che non sarà mai più costretto a punirmi e che non gli darò più motivo per farlo…

Mi dice: “voltati”. Lo guardo. Mi sento il ritratto della colpevolezza. Con la mano afferra delicatamente il mio viso. Si lascia baciare. Mi perdo nella Sua bocca e nelle Sue labbra umide e nel Suo perdono…

Ora sono sdraiata sul letto. Indosso un paio di sandali neri con il tacco, un top nero e un reggiseno nero. I capelli cadono lungo le spalle in modo disordinato. Sento le labbra secche e arrossate. Ho gli occhi lucidi e stravolti. Lui è in piedi davanti a me. Lo attendo con dolcezza languida e umida. Mi afferra per le cosce e mi tira verso di sé con forza mentre nello stesso movimento mi penetra interamente. Il Suo corpo prende a sbattere velocemente contro il mio e le carni vibrano di piacere quando sento il Suo peso abbandonarsi su di me. La mia lingua assapora la Sua pelle scivolando lungo le labbra e il collo e le spalle e il petto, ho bisogno di sentirmi interamente posseduta da Lui. Mi giro dandogli le spalle. Le Sue mani sono strette ai miei fianchi mentre il Suo ventre si spinge contro il mio sedere. La stretta si fa sempre più forte e la spinta sempre più veloce. Il Suo Membro entra ed esce continuamente dalla mia culla calda e bagnata. Lo sento introdursi con fermezza da una tana all’altra, davanti e dietro senza sosta violandomi ripetutamente. Le mie mani afferrano saldamente le lenzuola e annaspano alla ricerca di una presa più stabile, mentre mi arrendo morbidamente alla Sua foga che mi apre, mi disegna, mi fa Sua…

Il Suo piacere caldo e liquido si dipinge sul mio volto e sui miei seni e sulle Sue dita che senza ritegno cerco con la lingua e con le labbra fino a pulirle completamente.

Lo sento introdursi nuovamente dentro di me. Per tutto il giorno, in ogni orifizio, in ogni posizione. Ora le Sue mani sono strette ai mie capelli, ora ai miei fianchi, ora ai miei seni, ora mi prendono per le cosce, ora premono sul mio ventre…

Entra duro dentro me e ogni volta un sussulto di dolore mi scompone. Mi sento calda, umida, arrossata, dolorante, gonfia e sfinita… Persino le Sue dita che passano tra la fica mi fanno avvertire un lieve dolore da arrossamento. Mi chiedo cosa pensa mentre mi guarda sdraiata e mi vede così aperta e così gonfia e così usata e così marchiata da Lui. Mi chiedo se prova orgoglio, eccitazione, al punto da continuare senza fermarsi, senza sosta, senza pausa, senza tregua, finché non sarà ora di andare…

Ad ogni affondo mi sento chiusa in un significato e definita e completa in quel dolore che arrossa e brucia e stringe e allarga e devasta e sbriciola e rompe e da forma e riempie e calma e rassicura e si fa piacere sempre più vivo ad ogni colpo che resiste e si arrende alla Sua voglia, trovando in quel piacere dolente la forza di non fermarlo, ad ogni costo…

Ad ogni costo… 


 daniela di JT

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